venerdì 25 febbraio 2011

A ridaje

Siamo arrivati alla quindicesima(1) interrogazione parlamentare sulle scie chimiche. Questa volta il testo è un evidente delirio(2). In sintesi, premesso che gli aerei ci avvelenano con le scie chimiche, spargono metalli pesanti nel terreno che ci fanno venire l'Alzheimer e costringono i nostri agricoltori ad usare gli OGM (3), si chiede al governo di smetterla di raccontarci palle e finalmente vietare queste pratiche. La prova di tutto questo è che dei ricercatori italiani studiano il clima, e che gli aerei militari USA possono sorvolare il nostro territorio(4).

L'autore di questo capolavoro di comicità è nientepocodimeno che l'onorevole Domenico Scilipoti. Quello che il 14 dicembre scorso ha salvato Berlusconi, passando dall'opposizione alla maggioranza perché Di Pietro non dava sufficiente peso alle sue idee sull'omeopatia. E che ha organizzato una manifestazione a suo favore pagando una ventina di "dimostranti".

È anche autore di diversi libri. Mi ha colpito in particolare Multiterapia Biológica (MDB) na Prevençâo e no Tratamento do Câncer. Ho così scoperto che è pure un acceso sostenitore del metodo Di Bella, come si può vedere sul suo sito.

Braccia rubate all'agricoltura? No, io un pomodoro coltivato da questo qui non lo mangio, non mi fido mica.

Aggiunta, 28/02/2011

Naturalmente non sono il primo a cercare di capire chi sia Scilipoti. Segnalo la biografia ragionata di Simone Angioni, e quella di Kelebek. Che sono andati a cercare di capire cosa sono la ventina e passa associazioni dai nomi pittoreschi di cui Scilipoti è presidente, rettore, garante scientifico, o sua eccellenza della società reale assira.

(12/04/2011):

Scilipoti ha anche idee molto singolari (be', sono quelle canoniche di chi non capisce come funziona l'emissione di moneta) sul tema del signoraggio bancario. La cosa allucinante è che a questo individui verrà concesso un dipartimento del ministero delle finanze, ed un dipartimento del ministero della Sanità, per poter mettere in pratica le proprie idee sul signoraggio e sull'omeopatia.

Note:
(1) Su wikipedia ne erano elencate 14. Mancava la terza del sen. Ciccanti. Ho provveduto a correggere la pagina.
(2) non che le altre 14 brillassero per logica, s'intende
(3) infatti le colture OGM sono diffusissime in Italia
(4) rivelazione epocale, per me che ho vissuto 14 anni a due passi da Aviano e il resto della mia vita a 80 km da Camp Darby

venerdì 18 febbraio 2011

Come funzionano i soldi - 2

Spesso in rete si trovano curiose affermazioni su come funzioni la Banca d'Italia, e sul fatto che in realtà questa lucri stampando banconote che non valgono nulla e spacciandole agli ignari cittadini. Qualche volta val la pena di guardare i siti che ne parlano (sottolineo guardare, con l'audio disinserito), soprattutto se la testimonial è una persona abituata a usare le proprie grazie per benefici personali. Ma meglio leggere direttamente i commenti di a little skeptic. E rileggere il mio post precedente.

In breve la tesi è: stampare una banconota costa pochissimo, sicuramente meno del numero scritto sopra. Quindi la banca che stampa ha costi irrisori, e nel cedere le banconote può comperare beni veri, ed arricchire. Come fa tipicamente un falsario, per intendersi.


Inoltre la Banca d'Italia è una SpA privata, di proprietà (se guardiamo chi sono gli azionisti) di altre banche private. Quindi a guadagnarci sarebbero alla fine queste banche, che comunque finiscono per controllare un aspetto molto delicato dell'economia, la politica monetaria.

Per una rapida confutazione di queste tesi si può ad esempio provare a leggere qui.

Ne avevo già parlato qui, limitandomi a tentare di spiegare il signoraggio secondario, ma ho citato un po' di altri interessanti link (imperdibile la voce della nonciclopedia) sul tema.

Sono comunque andato a leggermi lo statuto e un bilancio della Banca d'Italia per capire meglio.

Come funziona la Banca d'Italia?

Gli organi decisionali della Banca sono
- l'assemblea dei partecipanti
- il Consiglio Superiore
- il Governatore
- il Direttore e i Vicedirettori. Insieme al Governatore formano il Direttorio
- il Collegio Sindacale (che controlla formalmente gli altri)

L'assemblea dei partecipanti è formata dai partecipanti con almeno 100 quote (su 300.000). Le quote formano un capitale sociale di 156 mila euro. I partecipanti non possono acquistare e vendere quote, può farlo solo il Direttorio, che decide quindi chi entra e chi esce. Attualmente i partecipanti sono soprattutto banche private (questo è vero).

I compiti dell'assemblea sono quelli di approvare il bilancio, nominare il consiglio superiore e decidere la ripartizione degli utili. Non ha ruoli di indirizzo DIRETTI.

L'assemblea dei partecipanti nomina, come appena detto, il Consiglio Superiore.

Il Governatore viene nominato dal Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore.

Su proposta del Governatore il Consiglio Superiore nomina il Direttore Generale e i Vicedirettori Generali, nomine che devono essere approvate con decreto del Presidente della Repubblica promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri di concerto col Ministro dell’Economia e delle Finanze, sentito il Consiglio dei ministri.

Il Consiglio Superiore gestisce la normale amministrazione: assunzione del personale, redazione del bilancio, compera e vende immobili, tratta con i sindacati, e fissa le condizioni per le operazioni della banca.

Il Governatore e i Direttori decidono le cose importanti: fissa i tassi di interesse di riferimento, nomina il personale dirigente, e tratta con il Sistema Europeo di Banche Centrali.

Il bilancio della Banca d'Italia

Mi riferisco al bilancio 2006 che è il primo che ho trovato.

Il circolante (banconote in circolazione emesse da BdI) era pari a 119.7 miliardi. Sono state emesse banconote per 85,8 miliardi e ritirate banconote per 69,1 miliardi (una banconota quindi in media resta in circolazione per un paio d'anni, poi viene sostituita). Per confronto, il PIL italiano nel 2006 era intorno a 1280 miliardi di euro.

A copertura di questo, BdI ha riserve auree pari a 38 miliardi (in aumento, per via dell'aumento del prezzo dell'oro), riserve monetarie (monete di altri stati) per altri 24,6 miliardi, un patrimonio immobiliare di 3,6 miliardi, e 86,7 miliardi di titoli (certificati di deposito, BOT e cose simili).

Quindi, in pratica, le monete sono emesse a fronte della copertura in oro (che essendo cresciuta di valore nel tempo copre 5 miliardi in più del previsto) e in titoli. Il patrimonio immobiliare serve per funzionare, e le monete di altri stati per le manovre di rivalutazione/svalutazione dell'euro (assieme ai 5 miliardi di euro in oro).

I titoli detenuti corrispondono al 6% circa del debito pubblico italiano. E producono un reddito (interessi). Nel 2006 fan circa 3,24 miliardi che, tolti alcuni interessi passivi danno un attivo di 3,13 miliardi.

Ma gestire l'ambaradan costa, circa 1,77 miliardi, circa metà dell'utile. Una parte non trascurabile (634 milioni) sono stipendi, più circa 500 milioni di pensioni, TFR, ecc. per gli 8000 dipendenti. Se qualcuno vuole andare in dettaglio a sindacare su questo, 79 mila euro annui medi a dipendente non sono pochissimi, faccia pure. Per confronto il mio istituto ha spese stipendiali medie di 60 mila euro a dipendente.

Che se ne fa la banca dell'altra metà? 565 milioni se ne vanno in riserve statutarie. 668 milioni in tasse (tornano allo Stato). Resta un utile di 134 milioni, che viene ripartito dall'assemblea dei partecipanti. Un 20% può essere accantonata in riserve speciali. I dividendi (soldi che vanno ai partecipanti) non possono superare il 10% del capitale, cioè l'astronomica cifra di 15600 euro. Tutto il resto torna allo Stato, che quindi reincassa il 21% degli interessi pagati.

Riassumendo

È vero che il capitale sociale di Banca d'Italia è posseduto da soggetti privati (i partecipanti). Non è vero che Banca d'Italia è una SpA, le quote non sono azioni e i partecipanti non hanno i diritti che di solito hanno gli azionisti (controllo, possibilità di acquistare/vendere le azioni, incasso di dividendi).

I partecipanti della Banca d'Italia hanno un potere, nominano il Consiglio Superiore, che gestisce bene o male il grosso del potere di gestione amministrativa della Banca. Non hanno nessun ritorno economico (15600 euro sono una torta da spartire davvero ridicola), e il potere di controllo politico c'è, ma è molto limitato.

Il grosso del potere politico è nelle mani del direttorio, nominato direttamente o indirettamente dallo Stato e comunque su cui lo Stato deve dare un assenso.

I "frutti del signoraggio" sono essenzialmente gli interessi sui titoli detenuti come controvalore del circolante. Metà di questi interessi va in stipendi (mediamente alti) degli 8000 dipendenti, e in altre spese organizzative. Il resto viene accantonato, o torna allo Stato.

L'emissione di moneta non crea debito, i titoli detenuti da Banca d'Italia sono una piccola frazione del debito pubblico italiano. E gli interessi su quei titoli, almeno in parte, tornano allo Stato, che quindi paga interessi minori (del 20%) rispetto a una situazione in cui Banca d'Italia emettesse moneta senza acquisire titoli in cambio.

Aggiornamento

Recentemente il Presidente del Consiglio ha promesso all'on. Scilipoti, che sostiene le tesi farlocche sul signoraggio, di aprire un dipartimento al Ministero delle Finanze, per permettergli di portare avanti le sue idee. Scilipoti è anche autore di una delle 15 interrogazioni parlamentari sulle scie chimiche. E ci si chiede perché uno debba perdere tempo dietro a questi pazzi?

domenica 13 febbraio 2011

Dignità

Qualche giorno fa in una seconda elementare han parlato del lavoro. A cosa serve che la gente lavori, che lavoro ti piacerebbe fare, se i lavori hanno la stessa dignità....

Tutti gli innocenti pargoli avevano la stessa idea di fondo: lavorare serve a guadagnar soldi, e più se ne guadagna meglio è. Da grande vogliono fare lavori in cui si guadagni tanto, il calciatore, l'attrice, così han tanti soldi e possono comperarsi la villa, la macchina, l'aeroplano, bei vestiti. L'idea di un lavoro che serva per far andare avanti la società, che fornisca servizi e beni agli altri era qualcosa di molto secondario. L'idea che esistano persone che lavorano gratis (e ne vedono, le iniziative di volontariato in quartiere ci sono, pure un doposcuola di cui alcuni di loro usufruiscono, alcuni hanno la mamma casalinga) gli era totalmente nuova. Ovviamente l'idea di un senso della vita che non sia avere beni di lusso non gira, almeno non a quell'età.

Non è una filippica contro le nuove generazioni. Come dicevo, iniziative di volontariato di tutti i tipi ce ne sono, e ci lavorano (perché, sottolineo, è un lavoro) un sacco di giovani. C'è pure un'associazione di studenti che tiene aperta la biblioteca di quartiere oltre l'orario dei dipendenti pagati.

Ma l'impressione è che ci sia una grossa fetta della società, ben rappresentata in TV, in cui gli unici valori sono quelli che han recepito molto bene quei bimbi. Soldi, carriera, successo. Se non li ottieni sei un perdente.

Un'impressione del genere l'ho avuta leggendo tempo fa un blog, in cui si parlava degli scandali che continuano a colpire il nostro governo. La tesi era grossomodo: di cosa ci si scandalizza? Tutte le signore benpensanti che oggi parlano di dignità femminile, dove erano a 18 anni, quando entravano in discoteca gratis perché si sa che il materiale femminile "tira"? Non è prostituirsi anche quello? E quelle più avvenenti, a cui offrivano di ballare sul palco, o di sedere ai tavoli con i clienti per indurli a "offrire" la consumazione, forse si rifiutavano? Mentre noi maschi dovevamo sborsare 50, 100 mila lire di ingresso e consumazione. Proseguiva descrivendo il tipo di locali e di presenze femminili che li frequentavano, ma questo è un blog per famiglie.

Ci sono rimasto. Sarò andato qualche volta in una discoteca, ma pagava anche la mia compagna. E il biglietto non costava sicuramente quelle cifre, non le avrei mai scucite, con 100 mila lire campavo una settimana con la borsa per astronomo della Regione Toscana, affitto incluso. Anche ora, ogni tanto, vado a ballare, in una casa del popolo con biglietto di 10 euro (consumazione inclusa) indifferenziato per sesso., e da come è frequentato mi sembra che una bella fetta di popolazione ami quel tipo di locali. Nessuno dei miei amici è stato in un locale del primo tipo. Nessuna delle mie amiche, che io sappia, faceva l'"entreneuse" ai tavoli di un locale, e forse qualcuna poteva farlo per sbarcare il lunario, non certo per entrare gratis in un locale da 100 mila lire a serata.

Ma evidentemente quello fuori dal mondo sono io e la mia cerchia di amici. A quanto pare, dal successo del nostro governo, i "buga bunga" sono la segreta aspirazione non solo de maschi (che amerebbero farsi dicottenni e minorenni), ma pure di giovani fanciulle e dei loro genitori, che "magari mia figlia fosse la fidanzata di Berlusconi", e di attempate signore che ammirano le prestazioni viagrose del premier.

Del resto lo sanno tutti che prendo 6000 euro al mese (recentemente aumentate a 6800) per scrivere questo blog, mica crederete che ci rimetta dei soldi per la lunga serie di attività extralavorative che faccio, conferenze, valutazioni delle realtà finanziate da bancaetica, articoli sugli argomenti più disparati... Chi me lo farebbe fare altrimenti? Si sa che neppure i cani muovono la coda gratis. O no?

Alla fine mi resta un solo dubbio. È il risultato di 30 anni di TV, a cui io per fortuna sono immune non guardandola mai, o i nostri politici ha saputo cogliere i desideri repressi della gente, dargli voce e "dignità" (si fa per dire), e han successo per questo? In altre parole, devo augurarmi la sparizione del genere umano (obiettivo su cui ci stiamo impegnando attivamente) o c'è ancora speranza? Dalle notizie di oggi (mi ha colpito soprattutto la partecipazione di donne di destra alle manifestazioni, hanno tutto il mio plauso) sembrerebbe che sì, una speranza ci sia.

sabato 5 febbraio 2011

Cura dello shinai

Oggi divagherò parecchio dai miei soliti argomenti, mi scuso con chi non è interessato a questo.

Da alcuni anni pratico Kendo. La cosa lascia molto sorpreso chi mi conosce, sono un convinto nonviolento. Ma mi affascina la filosofia dietro alle arti marziali, la ricerca di un costante superamento dei propri limiti (nel mio caso ho un grosso spazio di miglioramento), il rispetto per chi ci si trova di fronte anche in situazioni "dure", il sapersi concentrare su quello che si fa ma anche distaccarsene, evitando che sia quello a condurci. Ho cominciato a capire il concetto di Ki, che anche per un razionalista come me ha un suo spazio. Non riuscirò mai a credere a "energie misteriose", ma visualizzare il flusso dei propri movimenti, immaginarli provenienti da punti del corpo, è un modo molto efficace per capire cosa si sta facendo e come.

E in fondo il Kendo è la cosa migliore per un nonviolento. A differenza di altri arti marziali a corpo libero, non credo mi verrà mai la tentazione di sguainare una katana per autodifesa, innanzitutto perché non ne ho una a portata di mano, e poi perché sarebbe una mossa decisamente folle (e probabilmente suicida).

Finita la pappardella introduttiva, passo al mio lavoro di stamattina. Il mio vecchio shinai (la spada di bambu che non ti fa granché male neanche se ti picchia in testa) ormai ne aveva prese troppe, e me ne sono comperato uno nuovo. Per cui ho provveduto alla manutenzione iniziale, che ho fotografato in dettaglio ad uso di chi si trova a dover fare la stessa operazione. Essendo arrivato in fondo credo di aver fatto tutto giusto, e non è poi molto distante da quel che ad esempio si legge qui, ma tenete presente che sono un principiante, correzioni e consigli sono sempre benvenuti.

Uno shinai è composto da 4 take, liste di canna di bambu tagliata in 4. I tagli sono netti, a spigoli vivi, e quindi è necessario arrotondarli per permettere loro di scorrere e di assorbire il colpo. Uno spigolo vivo inoltre si scheggia più facilmente. I take devono anche essere oliati periodicamente con olio di vaselina o olio choji (quello per la manutenzione delle katane), per renderli più flessibili e prevenire le scheggiature.

Smontare lo shinai non è difficile, il difficile è rimontarlo dopo. Per cui ho fotografato tutti i lacci e nodi in modo da riuscirci. Il primo elemento da slegare è il tzuru, il cordino che indica il lato non tagliente della "lama". Il capo è infilato sotto il laccio in pelle a cui è agganciata. Il nodo sembra complicatissimo, per fortuna non serve disfare tutto.

Ma le immagini valgono più delle parole.

Il passo successivo è numerare i take, per poterli rimettere insieme nell'ordine giusto. Io numero come "1" quello sotto il tzuru, e poi in senso antiorario, visto dalla tzuka. Naturalmente dopo aver sfilato la tzukagawa (la copertura in pelle della tzuka)


Ed ora si slaccia il nakayui, la strisciolina di cuoio che tiene insieme i take. Quindi si sfila il kissaki (la punta) e ricordiamoci che esiste una specie di "tappo" (il sakigomu) che tiene distanziati correttamente i take.


Ora possiamo separare delicatamente i take, che sono tenuti insieme all'estremità della tzuka da una lama quadrata di acciaio. Talvolta sono anche debolmente incollati,per cui occorre fare un po' di forza con un cacciavite.


E ora ho tutti i pezzi in ordine sul tavolo. Nell'inserto un dettaglio della lama che li tiene uniti (non è molto tagliente ma fateci lo stesso attenzione).


Con un foglio di carta vetrata (medio-fine, circa 150) arrotondate gli spigoli interni di ciascun take, per i primi 3 internodi dalla punta (la tzuka è meglio se rimane com'è). Devono essere "morbidi" al tatto. Qui sotto un take prima e dopo la cura


Quindi passate con carta da cucina o un panno di cotone abbondante olio. Olio di vaselina fine mi dicono vada bene, io preferisco il "choji", che ha un odore molto più gradevole.

Infine la parte più divertente (si fa per dire), rimontare il tutto. Si comincia ricomponendo i 4 take, nell'ordine corretto, incastrandoli nella lama. Una volta che sono ragionevolmente a posto, si infila la tzukagawa per mantenerli in posizione, facendo attenzione che il laccio corrisponda al take n. 1.

Per mantenere fermi i take, infilate anche sakigomu e kissaki (gommino quadrato e punta). Rotolate la tzuka contro una superficie dura, per incastrare bene i take, e spingete in su la tzukagawa, ripetendo il tutto finché non è tornata al suo posto.

Riallacciamo il nakayui, guardando attentamente le foto ed eseguendo i lacci in ordine inverso. Talvolta la posizione corretta è data da un nodino sul tzuru, altrimenti fissarlo a circa una spanna dal kissaki.

Infine riallacciamo il tzuru alla tzukagawa. Si passa l'estremità fissa nel laccio di cuoio della tzukagawa, nel cappio lungo il tzuru, sotto il nodo della tzukagawa, attorno alla base del laccio e si fa un primo nodo piano. Il tzuru deve essere moderatamente in tensione (deve vibrare se pizzicato), ma non troppo, non ha una funzione meccanica. Quindi lo si arrotola altre 6-7 volte attorno al laccio, si fissa con un ultimo nodo e si passa dentro e sotto il laccio (ancora, vedi le foto).

Con un po' di fortuna, dovrebbe essere uguale all'inizio, ma con i take che scorrono bene tra di loro e un buon odore di chiodo di garofano.