mercoledì 13 marzo 2013

Addio ad una amica


Se sei fortunato nella vita ti capita di incontrare una persona eccezionale, una di quelle che ha fatto un pezzo di storia, che ha lasciato un segno, nella vita di tutti i giorni e nella società in cui viviamo. Quelle veramente eccezionali non ti accorgi di chi siano se non dopo averle incontrate e cominciate a frequentare. Ti rendi subito conto che hanno uno spessore, ti trasmettono qualcosa, ma ci tengono a che tu ti rapporti con loro per le persone che sono, e non per quel che rappresentano.

Trent'anni fa ho incontrato, per caso, una di queste persone. Una signora che è stata una specie di zia nei miei anni di università a Pisa, conosciuta perché, comunista storica, ha voluto avvicinarsi alla religiosità cattolica, e ha cominciato a frequentare la parrocchia che frequentavo anch'io. La cosa non ha funzionato, per lei, ma l'amicizia è rimasta.

Il nome all'inizio non mi diceva niente, Teresa Mattei mi ricordava solo il Mattei dell'ENI, con cui non c'entrava nulla. Ma nelle tante serate a cena insieme, ogni tanto saltava fuori un riferimento a Togliatti, alla Costituente, alla resistenza. E pian piano ho scoperto chi era quella signora sulla sessantina, con la parlata sempre pacata. Tra le fondatrici dell'UDI, la più giovane  partecipante alla Costituente di cui fu segretaria. Molte cose su di lei mi sono arrivati da racconti di altre persone, lei non raccontava mai le cose di cui vantarsi, i gesti "eroici", come la storia della sua tesi di laurea. Raccontò del fratello, suicidatosi per non tradire i compagni sotto la tortura dei nazisti. Un aborto, imposto per motivi di partito, non stava bene che una dirigente comunista avesse un figlio illegittimo.

Ed episodi più divertenti, come quando un controllore la scoprì, vestita semplicemente e che mangiava una mela, nel vagone riservato ai parlamentari: "E tu che ci fai qui?" "Sono deputata, devo andare alla Costituente" "Sì, raccontane un'altra". O la famosa storia delle mimose. Nell'UDI si parlava di che fiore associare all'8 Marzo, e vennero tirate fuori addirittura le orchidee. "E chi se lo può permettere, sono matte?" Così lei propose un fiore semplice, che si può trovare nei campi, senza stare a spendere. Mi confermò quello che avevo sempre sospettato leggendo "Il barone rampante": Calvino amava arrampicarsi sugli alberi. E tante, tante discussioni sulle cose più disparate, dagli anni di piombo, ai figli, ai diritti dei bambini. Si lavava i piatti della cena assieme, con uno strano grembiule che lei aveva inventato per gli operai nelle fabbriche, se finiva dentro un macchinario si sfilava senza trascinarci dentro chi lo portava.

Finché lei non si è trasferita ad Usigliano, un microscopico paesino dell'entroterra pisano, e io a Firenze, a fare l'astronomo. L'ho rivista una decina di anni dopo, raccontava ad un convegno del suo lavoro per il diritti del bambini alla comunicazione. Passammo una serata assieme, in cui ritrovai la sua passione, il suo modo insieme pacato e infervorato di affrontare il mondo.  Poi non l'ho più rivista. Qualche mese fa l'ho sentita rammentare da Benigni, nel suo spettacolo sulla Costituzione. E oggi un'amica comune mi ha segnalato l'articolo di Repubblica che ne riferiva la morte, a 92 anni.

5 commenti:

Riccardo Subri ha detto...

Ciao Gianni... I tuoi post li leggo sempre e li ho sempre apprezzati, anche se posso non averli mai commentati se non con qualche "I Like". Ma questo della Mattei mi lascia davvero tramortito. Alcuni anni fa, una mattina ho avuto modo di ascoltarla alla radio e la mia "fidanzata" di allora, una che insegnava diritto alle superiori, già me l'aveva sottolineato che lei era rimasta l'ultima delle donne costituenti in vita... e l'essere amica di Calvino è un valore aggiunto... Per curiosità sono andato a verificare sul Dizionario della Resistenza di Einaudi, e almeno fino alla ristampa del 2006, di lei non si fa menzione alcuna, nemmeno all'indice analitico. Di Mattei ce ne sono tre, tutti uomini. Segno che di strada da fare ce n'e parecchia, specie riguardo al secondo capoverso dello stesso articolo 3. Per quel che a me sembra, se "È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli..." almeno finora ho l'impressione che non sia mai stato nell'agenda di nessun governo...

Anonimo ha detto...

Grazie per essere approdato anche su Reset Italia, blog partecipativo dove avevo scritto nella notte di Teresa Mattei, certo non siamo Repubblica ma l' amore per la comunicazione è tanto. Ho risposto così alla tua preziosa testimonianza: Ti confesso che io l’ ho incontrata stanotte. Così stanno le cose.Ecco perchè non mi do pace e spero che tante tante persone la incontrino prima o poi. Memoria è anche questo, è vita.Grazie Gianni.Doriana Goracci http://www.reset-italia.net/2013/03/12/mimosa-teresa-mattei-partigiana/#comment-20762

Maurice ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Maurice ha detto...

Non so se un politico di adesso ti lascerebbe il segno nell anima...

Riccardo Subri ha detto...

Caro Gianni, se può essere di conforto, ieri da me in biblioteca ho trovato che molti colleghi ne parlavano. Non penso che la BNCF sia un luogo particolarmente privilegiato rispetto al resto di Firenze... in particolare una mi ha detto fra l'uscio e il brusco che la Mattei era stata partigiana con suo padre... Insomma, mi è sembrata una perdita abbastanza condivisa, se questo può far piacere.