domenica 4 gennaio 2015

Astrologia (prima parte)

Questo post è molto lungo, per cui lo ho spezzato in due parti. La seconda è qui

In un commento ad un mio precedente post, un astrologo ha obiettato al mio ritenere l'astrologia non scientifica. Ne è nata una interessante discussione, e credo valga la pena riassumerla e sviluppare i molti spunti che ne sono nati.

Chiaramente qui non voglio discutere dell'astrologia da rotocalchi, quella specie di gioco di società per cui quasi tutti quelli che leggono un oroscopo si divertono a trovare corrispondenze in tre righe di predizioni, valide per un dodicesimo della popolazione mondiale. Mi riferisco a chi dell'astrologia ne fa una professione, condotta con serietà (o con la convinzione che sia una cosa seria).

La discussione verte essenzialmente su un argomento. Può l'astrologia, lo studio della posizione dei pianeti nel momento della nascita di una persona, essere in qualche modo collegata con il suo carattere, le sue inclinazioni? L'astrologia è molto di più, naturalmente, afferma che le posizioni dei pianeti possono essere collegate anche a come queste inclinazioni si sviluppano nel tempo, e addirittura ad eventi esterni alla psicologia umana. Ma limitiamoci a questa affermazione. È possibile studiare l'astrologia (o questo particolare aspetto dell'astrologia) in modo scientifico? Certamente.

Innanzitutto cosa vuol dire "scientifico"? Molte persone sono convinte che una cosa sia scientifica se si può studiare in laboratorio, o se esiste una spiegazione completa di come funzioni, per cui chiaramente l'astrologia potrebbe essere vera, ma non studiabile scientificamente, visto che il meccanismo secondo cui funzionerebbe è ignoto. Ma la scienza non è questo. Quasi sempre, quando un fenomeno viene inizialmente scoperto, non sappiamo come funzioni. Pochissime cose sono riproducibili in laboratorio.

Un'altra falsa idea sulla scienza è che questa non potrebbe studiare fenomeni che non siano ripetibili, sempre uguali. Molti fenomeni, invece, sono influenzati da tantissime variabili, e la statistica ci permette di evidenziare cosa possa essere collegato e cosa invece sia un puro caso. Abbiamo anche visto che le nostre sensazioni empiriche tendono moltissimo a sopravvalutare quelle che sono normali coincidenze, a ritenerle significative quando non lo sono. Di conseguenza la scienza è un modo molto più affidabile dell'osservazione "a pelle" per studiare queste cose.

Quindi è possibilissimo valutare scientificamente la capacità dell'astrologia di dire qualcosa sul carattere di una persona. E studi a riguardo sono stati effettuati un numero impressionante di volte, per un'affermazione che non si capisce bene su cosa sia basata. Ne parlerò nel prossimo post. Oggi vorrei affrontare un altro aspetto.

Il mio interlocutore su una cosa ha pienamente ragione: gli scienziati hanno un preconcetto nei confronti dell'astrologia, sono molto scettici sul fatto che possa funzionare. Come mai? Perché nel far scienza si ha modo di capire come nascano le convinzioni, come si faccia a sapere se una cosa sia vera o meno. La domanda che uno scienziato si pone, di fronte all'astrologia come a tante altre cose, è quindi questa: in base a cosa gli astrologi sono arrivati a sostenere quel che sostengono, che quel particolare pianeta abbia proprio quell'effetto lì e non un altro?

Di fatto abbiamo tre modi per stabilire se un'affermazione sia attinente alla realtà, al mondo in cui viviamo.
  • Possiamo sperimentare, vedere se quello che l'affermazione dice corrisponde con fenomeni osservabili. Se ad esempio, nel caso specifico, il carattere di una persona assomigli effettivamente a quello che un astrologo possa derivare dal suo tema natale.
  • Possiamo derivare, con passaggi logici rigorosi, quell'affermazione da altre ben sperimentate. Per cui posso ad esempio progettare complicati circuiti elettronici basandomi sulle leggi dell'elettromagnetismo.
  • Oppure possiamo fidarci dell'esperienza di un'altra persona, che ci guida in un argomento complicato. Spessissimo usiamo quest'ultimo metodo, siamo ignoranti riguardo il 99,9% dello scibile umano (se siamo persone molto acculturate) e quindi non abbiamo molta scelta.
L'astrologia si basa su questo ultimo metodo, le sue basi si tramandano da una generazione all'altra di astrologi oramai da 3000 anni. Ma si tratta solo di spostare il problema. Come han fatto i primi astrologi a determinarle? Guardando delle correlazioni, che so osservando che tutti nati della Vergine erano razionali? Non sembrerebbe, come dice il mio interlocutore un tema natale è formato da decine di elementi differenti, che interagiscono tra di loro in modo complicato. Non è semplicemente possibile vedere come funzioni un singolo elemento, separato dal resto. E quindi risulta impossibile, usando un piccolo gruppo di persone come era possibile per un astrologo migliaia di anni fa, senza database e strumenti statistici, notare le influenze di ogni singolo pianeta o aspetto astrologico.

Del resto riusciamo anche oggi a capire che il ragionamento sottostante all'astrologia è di tipo simbolico. I segni si raggruppano a seconda del significato che hanno. I pianeti sono collegati a una serie di significati, rappresentati dal nome della divinità, dal metallo a cui sono legati, dal loro aspetto fisico in cielo. E sono questi significati ad agire nel tema natale. L'astrologia deriva in modo logico da questo universo simbolico. Il problema è però che nessuno ha mai dimostrato il valore di quei simboli. I simboli sono arbitrari, nascono nella testa delle persone, e hanno valore solo lì. Sono veri in assoluto, non occorre dimostrarli, sono autoevidenti. Per chi ci crede. Di fatto io posso credere in modo fermissimo ad un collegamento tra Marte e la guerra, la competizione, ma questo collegamento di fatto non esiste. Non è mai stato verificato da nessuno, perché non occorreva, era ovvio, Marte non è forse rosso sangue? E magari alcune guerre, tra le migliaia che hanno flagellato l'umanità, è nata proprio mentre Marte era in opposizione, brillantissimo e minaccioso, prova inconfutabile che il pianeta portava le guerre.

Ma supponiamo che un qualche influsso astrale esista. Perché dovrebbe essere quello degli astrologi? Magari Marte, con qualche misterioso meccanismo, influenza la psiche umana in senso opposto. O magari rende più affabili, gioviali. Nella scienza questo succede spessissimo. Uno scienziato bravo sforna, nel corso della sua carriera, un centinaio di geniali intuizioni, che sono logiche, evidenti, ma in gran parte false. E quindi le mette alla prova, cerca di controllare se il mondo funzioni davvero così. Nove volte su dieci è lui stesso a bocciare la sua brillante idea, e anche le idee rimaste sono spesso criticate dai suoi collaboratori, che gli mostrano possibili problemi. Le pochissime idee rimaste vengono pubblicate nella letteratura scientifica, e soggette ad un fuoco di sbarramento di colleghi, magari per motivi poco nobili come l'invidia o la competizione per la carriera, ma alla fine, se uno è davvero bravo, riesce a portare avanti solo una manciata di intuizioni, diventate a questo punto rispettabili teorie, nel corso della sua vita. Quindi, da scienziato, so benissimo che ogni teoria che non abbia subito questo processo di verifica, di puntuale confronto con la realtà, per quanto possa apparire logica e inevitabile, in realtà è con tutta probabilità falsa. Non è possibile, basandosi solo su relazioni simboliche, arrivare a capire quali influssi possano avere dei pianeti sull'uomo, anche ammesso che ne abbiano. (qui ho provato a raccontare come funzioni la genesi di un'idea, rispetto a come ci si immagini succeda)

In conclusione lo scetticismo degli scienziati verso l'astrologia si riassume nella frase: come fanno gli astrologi a sapere che funziona proprio così? Perché gli antichi lo sapevano e ce l'hanno tramandato? Sì, ma come facevano loro a saperlo? L'hanno capito perché è logico? Ma il mondo è pieno di cose logiche, e false. Se non verifichi, punto per punto, non saprai mai distinguerle da quelle meno logiche, ma vere. Gli astrologi non hanno mai verificato nessuna delle loro affermazioni si tratta di un sistema basato solo su ragionamenti, le cui basi sono "autoevidenti",  ma mai verificate. E quattro secoli di scienza moderna (ma anche il buon vecchio Aristotele) ci hanno insegnato che il migliore ragionamento, senza una verifica sperimentale, è con tutta probabilità sbagliato.

Resta la domanda: ma, nella pratica, nonostante tutto, funziona? Ne parlerò la prossima volta.

3 commenti:

Marcello Lambiase ha detto...

Gianni, tutto il tuo ragionamento non fa una piega. Mi resta, e lo prendo come lezione, quando ti incrocio sul web, il modo garbato e mai sopra le righe di sostenere le tue argomentazioni, rispettando anche chi è palesemente in torto. Grazie e ciao.
Marcello

bruna (laperfidanera) ha detto...

È curioso che abbia usato un aggettivo, "gioviale", che si riferisce a una caratteristica attribuita dagli astrologi a individui nati sotto gli auspici di Giove! (non saprei dire di che segno siano, non sono sicuramente un'esperta di astrologia!). ;)

Gianni Comoretto ha detto...

@Bruna (bel blog, soprattutto per un pratchettiano duro come me). L'ho scelto deliberatamente: come sappiamo che gli influssi reali di Marte, posto che esistano, non siano invece quelli che attribuiamo a Giove?

Come il suo contrario meno usato, "saturnino", quell'aggettivo si riferisce a un influsso di Giove sulla personalità. Poi si trova riferimenti ad un'indole "mercuriale", imprevedibile e sfuggente.

E naturalmente tutti usiamo l'aggettivo "lunatico".